Previsioni di Voto Elezioni 2022!

Come finirà?

Mi butto in una previsione prima dei risultati.
Forte astensionismo.
La Meloni vincerà ed il Centrodestra con i suoi 250 deputati governerà.
Berlusconi sarà il Renzi del Centrodestra e sarà di nuovo determinante.
Proiezione deputati che otterrà il CDX:
Fratelli d’Italia 126
Lega 73
Forza Italia 44
Moderati 8

E ovviamente tutti, come al solito, diranno che hanno vinto.

Terzo Polo, Quarto Bridge, Quinto briscola, Sesto Tresette!

Quando qualcuno si dice da solo di essere bravo: abbi dubbi.

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Competenti…da “rimboccarsi le mani”

La Meloni vincerà le elezioni. Adesso sono tutti preoccupati di capire se riuscirà il centrodestra ad avere i due terzi dei seggi oppure no.
Il terzo Polo, composto da gente che si auto-dichiara competente, ha incentrato la sua campagna elettorale sulla “qualità” dei loro candidati. Hanno scelto l’hashtag #sulserio, insomma si danno arie da primi della classe.
Non entro nel merito.
La mia piccola riflessione è questa: chi lo ha partorito il Rosatellum?

Vediamo allora questi “competenti” cosa hanno fatto negli anni:

1. Hanno impedito la nascita di un governo 5stelle-Pd che avrebbe governato 5 anni spalancando la strada alle destre.
2. Hanno fatto cadere il governo Conte mentre l’Italia era indaffarata con le mascherine e i vaccini.
3. Hanno bruciato Draghi alla presidenza della Repubblica.
4. Hanno creato una legge elettorale che doveva penalizzare il boom dei grillini e questi hanno vinto, ora con la stessa legge elettorale trionferà il “centrodestra” con maggioranze bulgare che gli permetteranno di fare quel che vuole.
5. Sono passati dal 40% all’ 1,9%.
6. Tifano Arabia Saudita.

La mia domada ingenua: E se erano scarsi che succedeva?

Sarebbe bello vivere in un mondo meritocratico, ma non potendo ambire a tanto, davvero dobbiamo subire la loro campagna elettorale incentrata sul dirsi da soli “quanto siamo bravi”?

La mia domada ingenua persiste: E se erano scarsi che succedeva?

La risposta amara: Quelli del forum di cernobbio tifano Terzo Polo. E se l’oligarchia ha i suoi cavalieri…mi auguro solo che la Meloni non li faccia entrare…sono cavalieri su cavalli di Troia…sono Troiate….come il Rosatellum.

Una Poltrona per tutti

Partecipa anche tu al grande concorso: “Fai cadere il governo e ti garantiamo lunga vita in Parlamento”

Brividi!

Più osservo questa foto e più mi dispero.
Alla fine chi ha partecipato alla manovra di palazzo che ha portato Draghi alla presidenza del consiglio, delegittimando il voto di milioni d’italiani, avrà la sua poltrona garantita nella prossima legislatura. Tutti. Ancora una volta. Come sempre.

Più li guardo e più mi deprimo.
Mentre le città sono infuocate.
Mentre risuona nell’afa di una delle estati più calde degli ultimi anni, il barbarico harakiri mediatico di Draghiana memoria: “Gli italiani devono scegliere tra la pace ed i climatizzatori”.
Mentre le bollette sono raddoppiate e la benzina è a 2euro.
Mentre la borsa continua a salire confermando la tesi che un povero è sempre più povero ed un ricco è sempre più ricco.
Mentre chi ha poco ha sempre meno chi ha abbastanza ha un bonus bolletta in più.
Mentre l’umore delle persone è stroncato dal covid, dalla guerra e da due anni di restrizioni che non vedono fine.
Mentre non ci sopportiamo più gli uni con gli altri.
Mentre si riprendono con il telefonino le persone mentre muoiono nell’indifferenza.
Mentre una società, ferita, rabbiosa e sempre più individualista, non ha più nessuna pietà nè pazienza.
Mentre c’è tutta questa decadenza emotiva nelle strade calde dell’Agosto del 2022, questi fenomeni del trasformismo (che continuiamo generosamente a chiamare politici), giocano a Poltronissima.
Incuranti della rabbia e irrispettosi della disperazione. Distanti dalla più banale dignità umana e lontani del loro popolo, si permettono di umiliarlo con comportamenti infantili, indecenti e irresponsabili ed autoproclamandosi: statisti, competenti, realisti, responsabili financo non populisti (quindi, in italiano definibili con qualcosa come “elitaristi”?).
Siamo nell’epoca del “vale tutto”. Siamo nell’età delle “apparizioni”.

Più guardo l’Agenda e più mi viene in mente un Presidente del Consiglio che si offende perché non è stato eletto Presidente della Repubblica. Come un bambino comincia a fare i capricci e si dimette. Al fresco del suo climatizzatore, dimostra di non avere affatto chiaro cosa e chi vive fuori dalla cerchia dei privilegi. Un Presidente inutile che non ha lasciato nessun ricordo, nessuna azione, nessun risultato, nulla.

Più guardo queste facce e più mi viene voglia di arrendermi.
Mi auguro che un giorno qualcuno faccia qualcosa e insegni loro quello che per Andreotti era chiaro: Le “ignobili ladrate” fatele, ma fate in modo che nessuno le veda oppure non siete nemmeno degni di farle. Perché se il popolo se ne accorge prima o poi vi porta il conto. E’ successo in passato con il 30% ai grillini succederà a Settembre con il 30% alla destra.
Perché una cosa è certa: Non ci resta che il voto.
Seppure sia personalmente sfiduciato anche da quello.
Nessun italiano cambierà idea da qui al 25 Settembre.
Gli italiani voteranno quello che hanno sempre votato e non ci saranno sorprese. Tutto andrà come hanno previsto che doveva andare sin dalla caduta del governo Conte.
Unico imprevisto sulla loro Agenda: Draghi ha dovuto rimandare la sua salita al colle di qualche tempo.

Ed ecco allora una breve lista delle tipologie di elettori che andranno a votare fra qualche mese.

  1. Quelli che devono rifarsi la verginità agli occhi degli altri e dicono che non voteranno quegli incompetenti che hanno votato la volta scorsa.
  2. Quelli che sono fedeli al proprio naso e continueranno a credere alla favola del “turarsi il naso” tanto cara alla Dc.
  3. Quelli duri e puri, che confondono la popolare svolta a destra con l’autostrada del potere consegnato alle ricche famiglie aristocratiche.
  4. Quelli che non votano perché sono troppo intellettuali.
  5. Quelli che non votano perché sono al mare.
  6. Quelli che snobbano Einstein. Non dando retta allo scienziato continuano da 50 anni a votare sempre gli stessi e contemporaneamente lamentano il non cambiamento.
  7. Quelli che “chi c’è dietro Casaleggio?” mentre davanti ai loro occhi assistono da decenni allo stupro di ogni forma di dignità democratica e politica.
  8. Quelli che “uno vale l’altro”.
  9. Quelli che non sono interessati alla politica però se voti chi ti dicono loro è meglio.
  10. Quelli che non votano: tifano, come degli Ultrà.
  11. Quelli che tifano come gli Ultrà, ma di nascosto.
  12. Quelli che credono sempre che i sondaggi siano sbagliati e che il proprio partito prenderà di più.
  13. Quelli che “domani sarà migliore”.
  14. Quelli che voteranno il cugino.
  15. Quelli che annulleranno la scheda scrivendo “Pannella ci manchi”.
  16. Quelli che facendosi uno spinello voteranno un partito che ha in programma di ghigliottinare chi si fa gli spinelli.
  17. Quelli che non votano più da 20 anni perché dicono che è inutile.
  18. Quelli poveri, che per sentirsi ricchi votano quello che gli hanno suggerito di votare gli amici ricchi.
  19. Quelli che…….fino al 25 Settembre ci sarà da sbizzarrirci.

Da molti anni ormai ritengo il dibattito politico più ignobile di una rissa tra tifosi. Gli attori di queste sceneggiate sembrano ai miei occhi poveri figli d’arte privi di talento. Sintetizzo il mio pensiero con una frase di Albert Camus.

La politica e il fato dell’umanità vengono forgiati da uomini privi di ideali e di grandezza. Gli uomini che hanno dentro di sé la grandezza non entrano in politica.

Albert Camus

Bugie quotidiane con bombe

Tutto quello che fai ogni giorno di nascosto e che pensi che non ti porti ad essere solo.

Pablo Picasso diceva “Non giudicare sbagliato ciò che non conosci, cogli l’occasione per comprendere”.
L’arte insegna agli uomini a vivere bene molto più della politica. Io chiuderei tutti i salotti televisivi, i talk-show, i dibattiti in cui non essendoci mai nulla di concretamente nuovo da dire, per tenere alta l’attenzione del pubblico, si cambiano le forme, le si esasperano e si dà un’immagine del dibattito politico da bar dello sport. L’obiettivo ultimo è quello di portare l’opninone ad una stasi celebrale prima e fisica poi. L’editore di questi programmi è a conoscenza che a seguirli sono soprattuto adulti over 50 e presone anziane. L’editore conosce come manipolarli. Le persone anziane hanno paura della confusione, perché hanno dei tempi di reazione più lunghi davanti agli stimoli. L’editore lo sa. Così, il suo scopo è creare una confusione tale per portare l’anziano elettore a votare per il partito che più di tutti promette di non muovere nulla, perchè (questo è il vero messaggio che c’è dietro ogni tg ed ogni inutile talk show) “meglio di così è impossibile fare, elettori, accontentatevi e lasciateci continuare a governare come abbiamo sempre fatto”.

I vecchi sono bugiardi perchè hanno imparato che dire le bugie serve a non avere un contradditorio. Non avere un contraddittorio significa non doversi preoccupare di capire quello che è giusto o sbagliato da dire e da fare. Significa non doversi giustificare con nessuno, non dover tenere conto di nessuno. Quindi diciamo che i vecchi si lamentano di essere isolati dal mondo ma oggettivamente non fanno nulla per restarci dentro. Vogliono parlare, essere ascoltati, vogliono dire le bugie e non essere contraddetti. Vogliono vivere quotidianamente in uno studio televisivo.
Il mondo però poi presenta il conto. E quello più salato è la solitudine.
L’elisir di lunga vita è cercare di capire soprattutto quello che non si capisce. Come diceva Picasso. Questo aiuta a restare giovani perché porta il cervello ad esplorare le zone che negli anni si sono incancrenite perché non si è soliti utilizzare. Avere più sinapsi attive aiuta ad avere un cervello attivo e sano.

Perché parlo di anziani? Perché siamo un paese di anziani e lo saremo negli anni a seguire sempre di più. Perché le nascite sono in calo e la vita si allunga. Questo per me porterà ad avere un mondo sempre più cinico, perché se la giovinezza è il periodo delle esplosioni emotive, la vecchiaia è il periodo della vita in cui i sentimenti vengono congelati. Per non soffrire si diventa cinici, disillusi, disinteressati, egoisti e soprattutto non si ha volgia di capire qualcosa che non si conosce.

Nel futuro prossimo non sono i giovani che mi preoccpuano, ma quanto i vecchi saranno sempre meno saggi e sempre più egoisti.
Mi manca quella pacata saggezza della pelle scavata dal sole e dal mare di quel vecchio marinaio che ti indicava la rotta, come poteva essere un vecchio nonno che aveva vissuto la tempesta. Quella figura è stata sostituita dalla figura di un bugiardo spaesato che usa le faccine sui social network e ascolta solo quello che capisce, conosce, comprende e che cerca sempre e solo conferme di ciò che già sa. Questa è la vecchiaia: un tripudio di risonanze in una stanza chiusa.

Sarà per i nostri figli un mondo sempre più immobile. Bloccato dalla paura del nuovo degli anziani e dal rancore (o disagio) per qualcosa di nuovo dei meno anziani. Se non si costruisce una generazione che possare percepire il cambiamento come un’opportunità di conoscenza ed evoluzione ho paura che le guerre ed il divario sociale si andranno a moltiplicare con tutte le consegenze del caso.

Esempio contemporaneo.
Gli elettori di sinistra sono ancora “piccati” (nel dialetto del sud piccato vuol dire essere o sentirsi offesi) dal fenomeno politico 5stelle che ha rubato loro la scena e l’onore. A loro percezione sono stati offesi e derisi. Come degli anziani, non si preoccupano del futuro, ma di vendicare il passato. Se riuscissero a mettere da parte l’orgoglio ed il rancore riuscirebbero a vedere che ci sono nell’agire di questo movimento battaglie storiche della sinistra, da supportare. Purtroppo l’orgoglio italico è più forte di ogni sentimento progressista e si preferisce distruggere, per vendetta, tuo fratello piuttosto che vederlo trionfare realizzando i suoi ed anche i tuoi sogni.

“Non giudicare sbagliato ciò che non conosci, cogli l’occasione per comprendere.

Pablo Picasso

Propaganda di guerra 2

L’informazione che manca, manca il compromesso e di storico c’è l’imbarazzo. Democratico. Cristiano.

La DemocraZia Cristiana ha ucciso Pasolini, Moro, Craxi, Falcone, Borsellino, lo ha fatto sempre definendo l’evento “inevitabile” e doveroso, per scongiurare l’ascesa di forze politiche progressiste. Da 40 anni pensiamo che la Dc si sia disciolta con tangentopoli ed invece tangentopoli ha tagliato una testa e ne sono cresciute due: Forza Italia e Pd. Da una parte il boy scout e dall’altra il cavaliere. Due facce della stessa medaglia.

Così capita che nel 2022 con una guerra atomica alle porte, io debba vedere con i miei occhi come un professore della Luiss venga messo al centro di un vero e proprio linciaggio mediatico che nelle metodologie, mi ricorda moltissimo il Pasolini che andava da Biagi a dire che non era libero di dire quello che pensava perché sarebbe stato accusato di vilipendio del codice fascista italiano. Pasolini subì circa un’ottantina di processi da cui fu sempre assolto. Ma resta il tempo che ha dovuto perdere a giustificare le sue opinioni. Tutto questo in una democraZia occidentale. Crisitana.

Sono costretto a precisare, vista la malafede ovunque dominante, che non oso paragonare lo spessore intellettuale di Pasolini a quello di Orsini. E’ ovvio, ma è meglio precisarlo. La similitudine è solo nell’accanimento bigotto, moralista e fascista che hanno subito entrambi da una serie di individui che rappresentano la DemocraZia. Cristiana.

Non entro nel merito della discussione sulla guerra in Ucraina. Ma voglio dire che:

Riconosco quegli occhi increduli, riconosco quella rabbia di chi non sa come spiegarsi meglio, riconosco quell’inquietudine nei confronti di chi vuole appiccicarti addosso un’etichetta, riconosco quella disperazione che ti fa mettere le mani nei capelli mentre ti vengono attribuite parole che non hai mai detto, riconosco l’incredulità nel sentire distorte e banalizzate riflessioni ben più elaborate, riconosco la stanchezza di dover ripetere più volte le stesse cose perché gli avversari (poco preparati in verità) ti vogliono inquadrare in una tipologia retorica di personaggio più facile da attaccare. Riconosco la depressione di chi vuole alzare il livello degli argomenti e si rende conto che è impossibile. Riconosco la disperazione di avere ideali di centro-sinistra ma non crederci più. Questa è la DemocraZia. Cristiana.

E poi riconosco lo sguardo degli avversari. Vedo i loro occhi velenosi, le loro bocche tese che, non avendo argomenti, si sforzano di ripetere fino alla nausea la parte del loro compito che più si avvicina all’essere ritenuta credibile, li vedo disperatamente attaccarsi a slogan da stadio del tipo: “questa è la realtà, lei vive nell’accademia”, “da dove viene lei? chi c’è dietro la sua presenza in tv” fino ad arrivare al solito “lei è putiniano” ed al pericolosissimo (qualche tempo fa si sarebbe detto populista) “smettiamola di parlare di complessità, i carri armati russi arrivati in Ucraina sono semplici da leggere non serve complessità”. In questo borghese accanimento, io vedo il modus operandi della DemocraZia. Cristiana.

  • Ridicolizzare chi dimostra di avere posizioni diverse e articolate. (omologazione delle idee)
  • Attaccare violentemente chi si porta dietro l’interesse di una parte di popolo che ha desiderio di approfondire alcuni argomenti per capire meglio. (appiattimento delle idee)
  • Allontanare chi comincia ad avere un seguito per impedire la diffusione delle sue posizioni. (repressione delle idee)

L’anomalia 5 stelle è stata trattata nello stesso modo. Si individuano le debolezze dell’avversario, quando non ci sono si inventano e si ripetono per anni finché non diventano popolari. False, ma talmente radicate nelle masse da diventare reali. E contro le quali è impossibile difendersi: una macchina del fango senza fango. Stesse modalità usate negli anni con Pasolini, Moro, Biagi, Santoro. Cambiano le bandierine (Dc, Forza Italia, Pd) ma la metodica è la stessa: limitare l’eco mediatico di persone che hanno qualcosa da dire che vada fuori dalla propaganda istituzionale. Andreotti da una parte, Zaccagnini e Moro dall’altra. L’Italia è bloccata da 60 anni in questo assurdo retaggio di un “compromesso storico” mai realmente avvenuto. Democratico. Cristiano.

L’ironia è che in Italia si condanna il regime di Putin e la sua propaganda di Guerra , ma nella nostra meravigliosa Democrazia (cristiana) si rescinde un contratto pubblico ad un professore senza una giusta causa ed un giustificato motivo e ci si vanta che questi possa, nella nostra meravigliosa Democrazia (cristiana) andare in altre televisioni a subire gli stessi linciaggi Democratici. Cristiani.

Pasolini diceva che il nuovo fascismo è qualcosa di più subdolo che può essere raccontato, poeticamente, con la scomparsa delle lucciole dalle notti d’estate. L’aria è talmente inquinata, la vita frenetica che non si fa più caso al fatto che le lucciole non ci sono più. (Qui il famoso articolo sul Corriere della sera del febbraio 1975 pochi mesi prima della sua morte)
Quando parla Pasolini, lo capisco, sono aderente alla sua visione ed al suo amore per la vita che si trasforma in decadente sconforto davanti alla “Gruber” ed a tutti questi piccoli mediocri borghesi. Più di tutti da voce a quello che è anche il mio pensare. Vi Invito a leggere questa meravigliosa intervista fattagli da Enzo Biagi nel 1971.

Non potendo avere nel mio paese una classe politica di valore, alla politica borghese preferisco la politica incosciente.

Propaganda di Guerra

Quando la vanità individuale distrugge la collettività

Non possiamo fermare la guerra, non abbiamo nessun potere. La democrazia ci ha dato una sola possibilità per decidere del nostro futuro: VOTARE.

Per anni abbiamo continuato a votare gli stessi personaggi che nonostante i fallimenti sono ancora lì dopo aver perso ovunque. Alcune persone rassegnate si assolvono con un diplomatico: questa è la politica.
Io sostengo invece che la politica va cambiata. Il politico deve fare il bene comune non bisogna rassegnarsi al contrario. Tangentopoli c’è stata, c’è, e ci sarà, ma rassegnarsi che sia la normalità è il fallimento della cultura, dell’etica e di ogni convivenza civile. Non possiamo meravigliarci se poi comincia una guerra.
Dante colloca i corrotti, i traditori del bene comune nelle più basse bolgie dell’inferno. Socrate delinea del politico caratteristiche e prospettive, ma usiamo tale saggezza solo quando compatibile con l’economia.
Tutta questa ipocrisia porta alla guerra. (anche gli ipocriti vengono messi da Dante alla fine dell’inferno, più in basso dei Barattieri e poco prima dei Traditori). E’ solo una questione di tempo. La storia lo ha insegnato. La guerra nasce dalle singole azioni di questi traditori.

Oggi tutti piangiamo le bombe ed i carri armati, ma i governi italiani che si sono succeduti dal 2007 al 2015 hanno armato la Russia, sfruttando furbescamente un vuoto legislativo di una legge europea sull’embargo, per un tornaconto personale ed elettorale spregiudicato e indegno.

Non è facile trovare questi articoli. Tuttavia ho fatto una piccola rassegna:
Articolo sulla vendita di armi alla Russia
Famiglia cristiana
Articolo sulla violazione dell’Embargo
Intervista Beretta su Rainews
Intervista Berretta su Repubblica
Articolo dettagliato sul Sole 24 ore
Numeri
Articolo su La Stampa
Articolo Export in Arabia Saudita
QuiFinanza
Repubblica
ilManifesto
Export Italia: dove vanno le armi

Finché la battaglia politica si limita a vincere le elezioni, oppure a far cadere governi per una sorta di visione politica vanesia e infantile, il popolo può anche chiudersi in un arrendevole: “è la politica” “è un politico”. Ma quando questo politico commette azioni che contribuiscono a mettere a rischio la pace del propro paese, io credo che debba pagare. Come succede in altri contesti, questi politici devono essere allontanati ed interdetti. E con loro la Propaganda che li ha sostenuti.
I giornali non dovrebbero più ricevere sovvenzioni statali e dichiararsi al lettore per quello che sono: una faziosa e privata espressione del pensiero di un oligarchico nucleo d’influenti famiglie italiane.

Negli anni tutti coloro che hanno tentato di mettere un argine a questi scandali sono stati messi da parte.
Un Articolo su Amnesty International celebra un atto di portata storica che nessun giornale ha mai esaltato perché legato alla figura di Conte. Si legge: “il governo Conte ha deciso di revocare, e dunque non solo sospendere, le autorizzazioni in corso per l’esportazione di missili e bombe d’aereo verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.” Un mese prima Renzi incontrò in autogrill i servizi segreti, e pochi giorni dopo fece cadere il governo Conte. Dopo qualche mese, Renzi ha continuato a partecipare strane conferenze in Arabia Saudita, mentre in Italia si votava invano il DDL Zan e invano si raccoglievano firme per un referendum sull’eutanasia.



La guerra è una conseguenza drammatica collettiva di atti spregiudicati individuali.

Nessun elettore è responsabile delle malefatte del politico per cui ha votato. Ma diventa complice se, una volta a conoscenza di queste, continua a votarlo. Mi rendo conto che avere una corretta informazione è difficilissimo. Di questi fatti nessuno ha mai parlato perché non fanno audience o perché fuori dalla linea politica-editoriale: la Gruber è impegnata nella sua personale guerra ad umiliare grillini e leghisti; Mentana fa le sue maratone parlando a sé stesso; i giornali di sinistra hanno il coraggio di definirsi tali pur avendo come editore Agnelli; i tg delle reti mediaset hanno un lieve conflitto d’interessi. Ci vorrebbe uno tsunami editoriale.
Votare è la nostra unica possibilità. A volte sembra inutile, deprimente, ma non abbiamo altre armi per mandare tutti questi Barattieri (come li definisce Dante nella Divina Commedia) al Dantesco inferno o al più verace e Grillino, fanculo.
Viva la pace. Viva la libertà. Viva la libera informazione.

La notte del Presidente

La tribù della “Prassi”

Mentre tutti si chiedono chi sarà il prossimo Presidente della Repubblica, io mi chiedo chi sarà il prossimo Presidente del Consiglio.
Non riesco a non dare per scontata l’elezione di Draghi. Sono però curioso di capire chi lo sostituirà alla Presidenza del Consiglio. Sono convinto che sarà una figura di centro destra e penso che sarà una donna.
Scommetto anche che i 5 stelle finiranno all’opposizione se non si andrà al voto.
Non ho grandi preferenze per il prossimo Presidente. Sono tra i pochi che non rimpiangeranno Mattarella, che a mio avviso del Presidente ha avuto solo la faccia da nonno, che tanto rassicura gli Italiani. Ma io non ho bisogno di un nonno, ce l’ho già avuto e molto meglio di lui. Ho bisogno di qualcuno che nel momento del bisogno prenda questi irresponsabili e li mandi a casa, come avrebbe dovuto fare un anno fa.
La mia generazione ha trovato in Papa Francesco, finalmente un bravo Papa, ma non ha mai avuto un grande presidente. L’ultimo era un partigiano degli anni 80, ma eravamo troppo piccoli per capire. Non credo che sarà questa la volta buona per averne uno degno, quindi osservo con molto distacco la sua elezione.
Mi piace tuttavia sottolineare le inutili ore di lavoro che stiamo pagando a mediocri giornalisti per parlare di nulla: 24h su 24h. Si divertono a ripetere le stesse cose, a inventare ipotesi surreali che nemmeno il calciomercato del corriere dello sport d’agosto riuscirebbe a eguagliare. Nessuno di loro ha il coraggio di prendere di petto quei buontemponi che si divertono a scrivere Terence Hill, Valeria Marini, Cruciani, ecc. Nemmeno in un clima così disperato c’è rispetto di chi è in difficoltà. Vivono su un altro pianeta e dovrebbero decidere del nostro?


Mentre un paese è fermo, mentre ci sono persone che faticano a tornare a lavorare, mentre nonostante tutto quello che è successo ci sono persone a cui ancora viene proposto di lavorare in nero, mentre non si fa nulla di nulla per tutelare gli ultimi, si permette anche che 1000 privilegiati si divertano a giocare al gioco della politica. E lo fanno con la complicità di questi giornalisti indegni, che non hanno nessuno spessore, nessun valore, nessuna idea, sono solo preoccupati di essere modaioli, di apparire contemporanei quando sono solo scarsamente morti. Non hanno nemmeno il coraggio di dare voce allo scandalo etico e pratico di un governo scellerato. Fanno il tifo per Casini solo perché hanno il suo numero di telefono e lui è solito rispondere sempre. Adesso ci mancava anche il Presidente Social. Sono talmente ignoranti e deboli che per non risultare bigotti ormai giustificano tutto e tutti con la solita peggior retorica di tutti i tempi: “Si è sempre fatto così” oppure “è la prassi”.


Non è così.


Non è MAI stato eletto un presidente durante una pandemia.
Sono 7 anni che tutti sanno che sarebbe arrivato questo giorno e questi cialtroni arrivano impreparati e scherzano e giocano alla politica delle poltrone come se nulla fosse.
Tutti sanno che Draghi vuole fare il Presidente perché questi erano i patti per far cadere Conte. Hanno avuto tutto il tempo per trovare il modo. Ed invece ricorreranno all’Italiana “Emergenza” dell’ultimo minuto. “Non potevamo fare meglio di così” “E’ la prassi politica di tutte le elezioni”.

Giustificare le peggiori porcate dicendo “è la prassi che ci vuoi fare?” “la politica funziona così” è una di quelle cose che mi manda in bestia. Anche nell’antica Grecia, tra gli antichi romani e nelle tribù tribali vigeva e vige la “prassi” del senilicidio. Allora che facciamo? Poiché “è la prassi” lasciamo uccidere tutte le persone sopra i 60 anni?

Ma vogliamo cominciare a tirare questi pomodori agli attori mediocri che sono sulla scena politica? Oppure vogliamo aspettare che “la prassi” ci ucciderà piano piano, come un tumore uccide la speranza, così la nostra resa, la nostra paura mascherata da buon senso, il nostro egoismo travestito da pragmatismo, mangerà giorno dopo giorno il nostro cuore puro, naturalmente pulsante del giovanile, incosciente, folle e pasoliniano ideale di una società civile migliore e di un essere umano finalmente libero.

Cosa penserebbero Falcone e Borsellino?

Probabilmente, che sono morti invano.

Agosto 2021.

Come ogni anno partono le riforme d’Agosto.
Mentre gli italiani sono distratti dalle vacanze sotto l’ombrellone, oppure sono storditi dal caldo afoso delle città o impegnati nel guardare gli Europei di calcio e le Olimpiadi, in Parlamento si scatenano per legiferare di nascosto, nel silenzio più assordante, su argomenti delicatissimi di cui “è meglio che il popolo non sappia”. Quest’anno poi il popolo ha anche il Covid a cui pensare quindi è il momento perfetto per la riforma della giustizia e per far passare una legge che blocchi i processi di mafia.

Non ci voleva una laurea per capire che l’insediamento del governo Draghi fosse un’anomalia per tempistica e modalità dell’accaduto. Sapevamo che le famiglie ricche del paese non potevano perdere l’occasione di spartirsi 200mld, ma non avremmo mai pensato che addirittura fosse nelle mire di questi “professionisti” sospendere i processi per crimini di mafia.

Non so come questo incredibile evento, abbia trovato l’opposizione di una sola forza politica.
Non so come possa essere possibile. Non so come possa passare in secondo piano rispetto alla medaglia d’oro di un giapponese nelle gare di potatura di bonsai o rispetto all’ennesimo dibattito sui banchi a rotelle.
Non so come si possa ancora negare che questo governo faccia paura. Non so come si possa negare che gli attori che hanno contribuito a crearlo siano delle pedine sporche di qualche gioco di potere. Non so come si possa continuare a negare l’evidenza. Solo un tifoso può riuscirci.

E allora mi rivolgo a te: Caro tifoso di questo o di quel partito.
Falcone e Borsellino erano e sono ancora uomini onesti, leali, morti per la tua libertà e tu, caro tifoso, che insieme a Mentana (che ha da pensare all’azionariato popolare dell’Inter) e la Gruber (persa nelle sue giacchette di Armani) abbassi lo sguardo davanti a tutto questo vergognoso carrozzone, la tua indifferenza, caro tifoso, uccide Falcone e Borsellino due volte. Oggi per fortuna c’è stato un partito che si è opposto. Ma domani? Quando quel partito non ci sarà più, chi ci sarà a dire no? Una visione troppo politicista degli eventi può creare solo un sentimento favoreole ad un plebiscitarismo elitario.

Ci sono degli argomenti su cui il tifo politico dovrebbe essere messo da parte, la voce dovrebbe essere una, alta e forte. Dovremmo spingere tutti dalla stessa parte. E forse, Presidente Mattarella, è anche ora che lei si faccia sentire per impedire queste vergogne che minano al cuore la democrazia: c’è sempre tempo per parlare con Chiellini dell’europeo vinto.
Non so cosa si siano detti all’autogril un senatore ed un agente dei servizi segreti, non so cosa volevano ottenere bloccando i processi di mafia. Ma so che la trattativa stato-mafia spaventa e non ci sono grandi presidenti, né grandi politici né tantomeno buoni giornalisti a combattere. C’è solo la memoria di due giudici ed un gruppo di ingenui idealisti che stavolta ha evitato, momentaneamente, la deriva.
Da Draghi, una vergogna del genere, non se l’ aspettava nessuno.

Nessuno.

La tempesta perfetta

Perché sta nascendo una generazione di presuntuosi

Quando Alessandro Magno morì ci fu la crisi delle città-Stato. Da forme di democrazia assembleare si passa a monarchie assolute. I “Nuovi Ricchi” sono coloro che da una decadenza politica e da un impoverimento economico se ne approfittano per soddisfare il tenore di vita delle aristocrazie e delle corti ed accumulare ricchezza: grandi mercanti, appaltatori, speculatori.

Sembra una fotografia dell’Italia attuale. Ma gli autori delle attuali manovre politiche non sembrano ricordarsi della lezione della storia o forse appartengono alla categoria dei Grandi Mercanti e non sanno nemmeno di cosa parlo.

La conseguenza socio-politica di tali azioni furono, nell’antica Grecia, la corruzione ed il malcostume pubblico e la conseguenza sociale fu una frattura tra la collettività e l’individuo con l’allontanamento e l’estraniazione di quest’ultimo dai temi della politica e dalla vita pubblica in generale. Ma la cosa più grave fu il continuo aumento del disinteresse e della sfiducia indivuduale di qualsiasi ideale comunitario di esistenza. Ognuno correva da solo, per sé stesso. In una situazione del genere le disuguaglianze sociali erano destinate ad aumentare e l’individuo più debole per riscattare la sua povertà poteva solo rifugiarsi dal Re: e così dalla democrazia si passò alle monarchie assolute ed oggi siamo pronti ad abbracciare: La destra sociale.

Tutto questo i nostri politici lo hanno scordato perché il loro agire contemporaneo è figlio di interessi economici personali e/o povera e solita sete di potere. Non c’è da parte loro nessun attaccamento al bene collettivo perché le loro ricchezze hanno la precedenza. Quando nella Repubblica di Platone si asseriva che un politico non dovesse avere nulla, né avere bisogno di nulla se non della ricchezza delle proprie città, (in pratica si aboliva la proprietà privata per i politici), lo si faceva per impedire loro di essere corruttibili, e per farli lavorare nell’interesse esclusivo della realizzazione di una felice e prospera comunità.

I presunti sapienti di oggi non hanno memoria di tutto questo o forse semplicemente si sono venduti al miglior offerente perché altrimenti non avrebbero spinto un paese verso una deriva che un tempo fu monarchica, poi divenne fascista ed oggi neoliberista autoritaria. Giornalisti, elettori e “presunti sapienti” si sono uniti per distruggere un movimento popolare alternativo al blocco borghese. Hanno usato le armi della retorica politica, della violenza verbale e delle alleanze strategiche. Non hanno mai combattuto gli argomenti perché non ne erano in grado.

Il risultato sarà lo stesso della civiltà ellenistica. Con buona pace di chi era convinto che il nemico da sconfiggere fosse il popolo ( o il populismo) ci sarà presto un’epifania. Anche loro scopriranno, in tremendo ritardo, che sconfiggere il popolo è fin troppo facile, adesso arriva il difficile. Si va verso una società piena di individualismi, strabordante di rabbia e sfiducia nei confronti sia della vita che degli altri. Un popolo cinico, sordo ai continui appelli che si faranno alla solidarietà ed alla convivenza civile. Il riscatto sociale passerà dalla violenza intellettuale prima e fisica poi. Si avrà nostalgia delle piazze dei “Vaffa”.

Non riesco ancora a credere che un elettorato di sinistra abbia contribuito ad alimentare una frattura così profonda ed irrecuperabile. Un politico ha degli interessi personali, lo sappiamo, ma un elettore cosa deve difendere, se non una strenua lotta per la ragione dei fessi? Come negli anni 70 le sezioni voltavano le spalle alle persone che accusavano di essere “più a sinistra di te”, così oggi si è preferita una deriva autoritaria ad una partecipazione popolare. Forse questi “presunti sapienti” avrebbero dovuto tenere in mente qualcosa di più del passato sia recente che vetusto.

Caro Bomba, e caro elettore del Bomba, avete vinto. Avete distrutto un movimento popolare e consegnato il paese alle destre. Ma questo, seppure incomprensibile, non è grave. La miopia è nel non capire il momento in cui si va a compiere tutto questo. Il popolo è distante, rabbioso, esasperato e impoverito. Non c’è fratellanza in giro, nè spirito di solidarietà. E’ una corsa individuale alla mascherina, al lievito di birra, al pane, al vaccino, alla sopravvivenza. La pandemia ha scatenato in noi quell’istinto che è alla base delle nostre più remote paure. Siamo più confidenti e ben disposti a calpestare i morti per un amuchina. Se la paura di morire rende egoisti, la povertà rende violenti. E quando le due realtà si incontrano, quando si leggittima la violenza con l’egoismo, ovvero quando la violenza è giustificata dal malessere, le conseguenze sono feroci. Davanti a questi problemi enormi e reali il Bomba ed i suoi seguaci si sono rifugiati nelle cose semplici, una sterile battaglia politica, perché non avendo risposte non sono in grado di proporre soluzioni politiche a realtà complesse, nè sanno di avere una visione prospettica di un problema sociale di così vasta portata. In altre parole, non avevano e non hanno un’idea di società futura ed il loro spessore politico ed intellettuale è inconsistente come pure la loro lungimiranza.

La pandemia è un evento che fa da spartiacque tra due epoche e voi, Bomba e Bombardini, avete dimostrato di non sapere dove siete nè dove volete andare, siete prigionieri del vostro Io e la conseguenza sarà una generazione di presuntuosi da gestire e non sarete in grado di farlo perché non si riconoscono mai i difetti dei simili.
E come nel 323 a.c. non c’è nemmeno più Alessandro Magno a ricucire il tutto.

Post hoc, ergo propter hoc

Il sapere presunto

Quando non ha senso parlare d’ incompetenza.
Il Sapere presunto opprime la libertà

Nel 1994 andavano alle mani in Parlamento deputati della Lega Nord e di Forza Italia, nel 2011 andavano alle mani in Parlamento un deputato della Lega Nord con uno di Futuro e libertà. La scena si è ripetuta nel 2014 quando la Boldrini usò per la prima volta la famosa “ghigliottina”, poi nel 2015 tra deputati di Lega e Pd e poi ancora tra Pd e Sel. Ma insomma ce ne sono di tutti i tipi e di tutti i colori. Ogni elettore fa il tifo per i propri e dice degli altri quello che gli altri dicono di lui.

Tutto questo è andato in scena da sempre. Non lo ho mai condiviso, ma non mi ha mai turbato.
Invece sono sempre stato ferito quando si cercava di bypassare il conflitto ridicolizzando l’avversario.

L’ho visto succedere due volte in maniera netta e inequivocabile. La prima volta nel 1995 quando ci fu la caccia a chi aveva votato per Berlusconi e dal 2015 in poi con il Movimento dei grillini. In entrambi i casi, la cosa stupefacente ai miei occhi fu l’assoluta e gratuita, denigrazione degli avversari, che non erano più avversari politici, ma nemici da umiliare.

Non si è mai combattuto contro di essi con una battaglia violenta sui contenuti. Si è sempre e soltanto ridicolizzato il nemico laddove non era per lui più possibile difendersi. Alcuni di loro, i più vulnerabili, non potettero più esprimere le loro idee senza venire scherniti. Voltaire diceva: “io combatterò le idee del mio avversario con ogni mezzo, ma combatterò anche perché egli possa sempre esprimerle liberamente”.

In entrambi gli esempi riportati invece c’è qualcosa che andava oltre tutto questo. Qualcosa che non ha nulla a che fare con la democrazia. C’è stata una sopraffazione elitaria. Altrimenti detto populismo elitario. Una generazione di politici, supportata da una generazione di borghesi, aristocratici, piccoli borghesi italiani, che volevano esibire la loro, “a loro dire”, manifesta superorità intellettuale. Si autodefinivano sofisticamente più preparati e si auto-incensavano come depositari del saper fare politica.
Ovviamente, poiché il sapere non si esibisce ma si pratica e poiché non basta autodefinirsi competenti o istruiti, i partiti in crisi di consensi avevano bisogno di chi avallasse le loro auto-indiscusse e auto-accertate competenze. Ed ecco che sono venuti in soccorso i mezzi di informazione, le televisioni, i talk show, i giornali. Tutte società d’informazione riconducibili a due o tre famiglie, che hanno con continuità esaltato la narrazione del sapere, della competenza, della responsabilità, per rendere inconfutabile agli occhi dell’opinione pubblica, qualcosa di cui nessuno ha contezza: il sapere e la preparazione degli uni sugli altri.
Non riuscendo a sconfiggerli con i contenuti si è passati ad escluderli. I vincitori delle elezioni venivano ignorati e mal tollerati dagli sconfitti come fossero degli esseri inferiori non degni di appartenere alla classista “razza eletta dei presunti sapienti”.

Nessuno di noi elettori ha mai avuto modo di verificare con assoluta certezza la preparazione di nessun politico perché non ne conosciamo il lavoro. Non sappiamo quali siano le sue competenze e solo in alcuni casi possiamo verificarne i risultati. Presumiamo che egli sappia per la semplice apparteneza ad un partito che si auto-definisce preparato.
Di un attore sappiamo se è bravo quando lo vediamo recitare e ci piace, lo stesso vale per un quadro o per una canzone o per una casa o un tavolo. Il giudizio in questi casi può trascendere l’oggettivo e invadere il campo del soggettivo, non comporta implicazioni di tipo contenutistico, ma solo semplice giudizio personale che rientra nella sfera del gusto.
Per la politica, vissuta da noi cittadini, vale lo stesso.
Il nostro voto è un voto emotivo, pilotato da false convinzioni. Quando si va a votare, si vota per un’ideale. Pochissimi votano avendo coscienza che questo o quel candidato possa essere una persona competente e preparata. Eppure in questi ultimi anni sembra che tutti sappiano con certezza che i deputati di “una certa parte politica” siano sicuramente più preparati di altri. Come fanno a saperlo? Li conoscono? Conoscono anche gli avversari in modo da poter fare un paragone?
La risposta a questa domanda è ovviamente “No”. Ma quando per tutti i giorni dell’anno vengono ripetute le stesse banalità, con qualsiasi mezzo di comunicazione, queste banalità diventano parte del credo popolare. E così siamo arrivati ad accettare che qualcuno ci dicesse che votare per alcuni è più virtuoso che votare per altri. Votare per alcuni è indice d’intelligenza. Votare per altri è segno d’ignoranza e incompetenza. Ancora una volta non si combatte l’avversario con delle idee, ma con dei giudizi personali coercitivi se non proprio dispotici.
Siamo perfino arrivati ad invocare l’elettore responsabile: “Se voti per chi dico io sei responsabile, altrimenti sei un incosciente”.
Il candidato, invece di esporre il proprio sapere e le modalità con cui realizzare i cambiamenti che vuole attuare una volta eletto, preferisce fare breccia nell’orgoglio personale dell’elettore. Si soffia sul fuoco della vanità: “Se sei intelligente e virtuoso voti per me che non ti vendo favole ma ti prometto di essere preparato”.

E allora la domanda: Cosa è un politico preparato? Cos’é la virtù?
La prima cosa che mi viene in mente è la più lineare: se le generazioni dei politici che ci hanno preceduto avessero prodotto dei politici preparati come si sostiene, a quest’ora forse non ci lamenteremmo di tutto. E la seconda invece me la suggerisce Socrate e va dritta al punto:



“Tu offri ai discenti l’apparenza, non la verità della sapienza; perché quand’essi, mercé tua, avranno letto tante cose senza nessun insegnamento, si crederanno in possesso di molte cognizioni pur essendo fondamentalemente rimasti ignoranti, e saranno insopportabili agli altri perché avranno non la sapienza, ma la presunzione di sapienza.

Non so cosa dire di più chiaro.

Finché un politico non dimostrerà con i risultati lo spessore della propria conoscenza, per me resterà sempre un presunto sapiente appartenente ad una struttura oligarchica che per interesse lo supporta. Ed ogni atto di derisione nei confronti dell’avversario sarà solo una prepotente manifestazione della propria intoccabile, seppur risibile, egemonia. Un atto di potere e non di sapere.

P.S. : Tutta questa narrazione diventa superflua se si pensa a quello che disse Draghi nel 2013: “Non importa chi vince le elezioni, l’Italia va avanti con le riforme perché ha il pilota automatico”. Una battuta terribile che faceva intendere che chiunque avesse vinto le elezioni non avrebbe potuto fermare le riforme dettate dallo stesso Draghi allora presidente della Bce. E allora mi viene da chiedere: se c’è il pilota automatico a che serve avere la patente del politico presunto sapiente? Contraddizioni di una classe dirigente e di un elettorato compiaciuto, ma prepotente.